Incremento dei costi: parola alle aziende vitivinicole

Incremento dei costi: parola alle aziende vitivinicole

Le imprese del vino stanno subendo un’importante mole di rincari; abbiamo intervistato i professionisti del settore per capire cosa stia realmente accadendo sul campo.

di Emanuele Fiorio

Il settore vitivinicolo italiano è alle prese con i rincari delle materie prime ormai da parecchi mesi, secondo Unione italiana vini (UIV) il boom di rincari sta influendo del 30% circa sul prodotto finito. L’incremento dei costi riguarda le materie secche, il vetro, le etichette, i cartoni, le chiusure delle bottiglie, i trasporti (le tariffe per i container che sono lievitate del 400%), le fonti energetiche.
Una vera tempesta dei prezzi che sta intaccando la redditività delle imprese, erodendo i margini e rischia di comprometterne anche la capacità competitiva sui mercati internazionali.

Secondo una recente indagine di Coldiretti, basata su dati Crea, gli incrementi generali per le imprese vitivinicole raggiungono circa il 35%, in media 6.886 euro.

Ciò si traduce in aumenti del 30% per le bottiglie di vetro rispetto allo scorso anno, i tappi in sughero sono cresciuti di oltre il 20% e quelli in altri materiali anche fino al 40%. Le gabbiette per i tappi degli spumanti hanno visto aumenti dell’ordine del 20%.
I rincari per i prodotti in carta e simili sono ancora più pesanti, le etichette sono aumentate del 35% ed i cartoni di imballaggio fino al 45%.
I costi della logistica, soprattutto quella marittima, sono diventati proibitivi, il trasporto su gomma è aumentato del 25% e le spedizioni via mare addirittura dal 400% al 1000%.
A complicare la situazione c’è anche l’instabilità dei prezzi degli ordini che cambiano di settimana in settimana, rendendo impossibile una normale programmazione economica dei costi aziendali.

Le previsioni sono contrastanti, ma la maggior parte degli esperti del settore ipotizza che la situazione possa ottimisticamente tornare alla normalità solo nel 2023.

In questo inedito e complesso frangente storico-economico Wine Meridian ha voluto testimoniare le esperienze dirette delle aziende vitivinicole e conoscere cosa sta realmente accadendo rispetto agli incrementi dei costi energetici, delle materie prime, dei trasporti, degli imballi, del vetro ed alle contromisure per alleviare queste emergenze.

Abbiamo interpellato produttori, amministratori delegati, direttori commerciali, tecnici viticoli, export manager, enologi, responsabili marketing-comunicazione, hospitality manager, brand ambassador, responsabili produzione. Ecco ciò che è emerso.

Quanto sta incidendo sulla tua azienda l’incremento dei costi energetici?
Su un campione di 158 professionisti del settore, ben il 92% (146) ha risposto che l’incremento dei costi energetici sta incidendo abbastanza o molto, solo il rimanente 8% (12) non ha riscontrato alcun impatto dei costi energetici sul bilancio aziendale. Un primo dato lampante che si commenta da solo.

Quanto sta incidendo sulla tua azienda l’incremento del costo delle materie prime (vetro, cartone, etichette, capsule)? 
Abbiamo intervistato 144 professionisti del settore, il 72% (103) ha risposto che l’incremento generale delle varie materie prime si attesta entro il 30%, il 13% (19) ha affermato che l’aumento si aggira tra il 30% ed il 50%, ed il restante 15% (22) ha segnalato che l’incremento supera il 50% arrivando anche a picchi del 90/100%.
Più di un quarto degli intervistati ha dunque rilevato un aumento del costo delle materie prime che supera il 30%, incrementi che preoccupano e che vanno ad impattare pesantemente sulle imprese.

Quali componenti di costo aziendale sono le più colpite dall’attuale congiuntura?
Su 158 professionisti del settore intervistati, 104 hanno individuato i materiali come la componente di costo aziendale più colpita dagli incrementi, 103 hanno indicato gli imballi, 79 il consumo di energia, 74 i trasporti, solo 1 ha indicato il vetro.

Stai subendo ritardi nelle consegne ai clienti per la difficoltà di reperire materie prime? 
Abbiamo coinvolto 160 professionisti del settore, il 59% (95) del campione ha risposto di sì, il restante 41% (65) ha risposto no. Il fatto che la maggioranza, a causa della difficoltà di reperire materie prime, abbia dichiarato di aver subito ritardi nelle consegne ai clienti è emblematico di una situazione di difficoltà generalizzata in grado di creare un circolo vizioso peggiorativo che rischia di divenire strutturale.

Che iniziative stai prendendo per fronteggiare l’incremento dei costi?
Hanno risposto 158 professionisti del settore, la maggioranza (108) ha risposto che per fronteggiare l’incremento dei costi aumenterà i listini, 34 non stanno mettendo in campo nessuna iniziativa particolare, 10 hanno tagliato il budget dedicato al marketing, 5 hanno deciso di investire maggiormente sulle fonti energetiche rinnovabili, in particolare sul fotovoltaico, 3 hanno deciso di investire su nuovi asset, 2 hanno diminuito le scontistiche sui prodotti.

Inoltre un numero molto esiguo di professionisti ha dichiarato di voler accedere alla cassa integrazione, rivedere i fornitori, tagliare le spese non necessarie, attingere dalle risorse economiche precedentemente accumulate, aumentare le quantità di ordini per strappare un prezzo migliore, equilibrare i comparti, ridimensionare i costi ove possibile, tagliare la formazione.
In sostanza, è chiaro che un aumento generalizzato dei listini, produrrà conseguentemente un incremento dei prezzi a scaffale per i consumatori finali, visto che le aziende non sono al momento in grado di assorbire questi costi ulteriori.

Che iniziative stai prendendo per non creare blocchi di fornitura ai tuoi clienti?
Su 121 professionisti del settore intervistati, la maggioranza (98) ha anticipato gli ordini delle forniture, 7 hanno aggiunto o cambiato spedizionieri, 7 non hanno  preso nessuna iniziativa, 3 hanno aggiornato la propria rete di vendita delle disponibilità, 2 avevano giacenze a magazzino quindi non hanno problemi di blocchi di fornitura, 2 hanno dichiarato di essersi mossi con ritardo e di non essere riusciti ad anticipare le forniture.

Un numero molto esiguo di professionisti hanno trovato soluzioni differenti, dichiarando di voler cercare nuovi fornitori, valutare la possibilità di vendere vino sfuso, attendere la fine della guerra per ordinare di più, sanare i problemi di approvvigionamento, allargare la lista dei clienti.


 

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