Il conflitto tra Prosecco e Prosek diventa un caso politico
Ora insorge anche la Conferenza delle Regioni. Occorre fare un gioco di squadra, Governo, Regioni ed enti locali per la difesa del valore del patrimonio enologico italiano
La Croazia, dopo averci già provato anni fa, riporta all’attenzione di Bruxelles la tutela del nome Prosek, una denominazione legata a un vino dolce della tradizione croata ma molto assonante con il Prosecco italiano, già riconosciuto a denominazione di origine.
Sul tema si è espresso il Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco docg: “Si ritiene che la Commissione Europea debba essere garante dell’applicazione del regolamento dell’Unione Europea delle denominazioni assicurando che non si verifichino abusi, imitazioni, evocazioni del termine Prosecco, che definisce un prodotto legato esclusivamente a un territorio, ed è il risultato di una storia e un’identità uniche”.
La notizia che la Commissione europea esaminerà il dossier ha fatto infuriare gli italiani.
“Desta preoccupazione la decisione che l’Unione europea dovrà prendere in relazione alla richiesta croata per il riconoscimento della denominazione Prosek. Si ha l’impressione che attraverso l’escamotage dell’italian sounding si voglia portare un attacco non solo al prosecco italiano, ma più in generale al Made in Italy che proprio nell’enogastronomia ha una delle sue punte di diamante”, lo dichiara l’Assessore Regione Veneto, Federico Caner (coordinatore della commissione politiche agricole della Conferenza delle Regioni).
“Porterò il tema all’attenzione della commissione politiche agricole della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e ne discuterò con gli assessori per valutare ogni utile iniziativa. Se arriveremo ad una posizione concorde sul tema, interesserò il Presidente Massimiliano Fedriga affinché se ne possa discutere anche in sede di Conferenza Regioni. L’auspicio è che si possa fare un gioco di squadra, Governo, Regioni ed enti locali per la difesa del valore del patrimonio enologico italiano”.