Picking grapes, harvest, vineyard.

Informazioni sulla vendemmia 2019

Vendemmia 2019, giù le quotazioni delle uve di Amarone, bene il Chianti Classico, regge il Brunello.

Qualche giorno fa abbiamo visto le quotazioni degli sfusi delle maggiori denominazioni del Belpaese (qui), quindi i vini prodotti nelle scorse annate ancora in cantina, a fine 2019, ma per avere un’idea più attuale dell’andamento delle cantine italiane, è ai prezzi medi delle uve dell’ultima vendemmia che dobbiamo guardare, rilevati e messi in fila dalle Camere di Commercio e dalla Borsa Merci Telematica. L’ampia produzione di uve – unita alle cospicue giacenze di vino presenti nelle cantine – spiegano l’assenza di aumenti per i prezzi delle uve da vino che si è registrata in molti areali produttivi del nostro Paese, racconta il report “I prezzi delle uve da vino rilevati dalle Camere di Commercio Vendemmia 2019”, con i listini che mostrano cali importanti per i prezzi delle uve venete, con un -21% sul 2018 per le uve atte a Amarone e Recioto (162 euro al quintale, che diventano 172,5 euro al quintale nella zona Classica), un -14% per le uve Glera atte a Prosecco Doc (92,80 euro al quintale) e un -18% per le uve atte a Prosecco Docg Conegliano – Valdobbiadene (127,5 euro al quinatale).
Segno meno, in Piemonte, per le uve del Dolcetto d’Alba, al -4% (90,70 euro al quintale), e del Langhe Nebbiolo, al -26% (116,6 euro al quintale), mentre le uve del Barbera d’Asti restano stabili a 87,5 euro al quintale. In Lombardia, le quotazioni delle uve atte alla produzione delle bollicine del Franciacorta perdono il 2,6% (165,5 euro al quintale). In Emilia Romagna, in forte crescita i prezzi delle uve atte a Lambrusco, sia Doc (+48,3% a 48,3 euro al quintale) che Igt (+55,8% a 45,9 euro al quintale). Scendendo lungo la Penisola, in Toscana i prezzi delle uve atte a Chianti Classico crescono del +2,2% (173,75 euro al quintale), mentre quelle delle uve atte a Chianti Docg perdono il 21,5% (73,75 euro al quintale). Stabili, invece, i prezzi delle uve Sangiovese del Nobile di Montepulciano (165 euro al quintale) e del Brunello di Montalcino (425 euro al quintale), così come quelle, nella vicina Umbria, del Sagrantino (180 euro al quintale) e del Torgiano Rosso Riserva (195 euro al quintale). In Abruzzo, crescono in maniera importante le quotazioni delle uve del Montepulciano (+22,6% a 50,38 euro al quintale) e del Montepulciano Doc (+26,6% a 58,56 euro al quintale). Infine, in Puglia i prezzi delle uve di Primitivo crescono dell’1,4% (81,11 euro al quintale), mentre quelle di Negroamaro sono stabili a quota 55 euro al quintale.

Focus – La produzione e le superfici vitate in Italia
La produzione nazionale di vino nel 2019, secondo i dati Istat, ha di poco superato i 49 milioni di quintali, segnando una riduzione del 9% sull’annata record dello scorso anno, quando erano stati superati i 54 milioni di tonnellate. I valori prodotti nella vendemmia 2019, limitati dalle difficili condizioni meteo (soprattutto nel maggio), sono rientrati nella media degli ultimi cinque anni. Contrazione più contenuta sul fronte delle uve. Dopo l’abbondante raccolto dello scorso anno, la produzione delle uve da vino è scesa sui 70 milioni di quintali, con un calo del 6,5% su base annua, rimanendo tuttavia su livelli superiori alla media dell’ultimo decennio. Passando alle superfici investite a uva da vino, anche nel 2019 non si è registrata una variazione significativa per il vigneto Italia, attestato sui 632.000 ettari (+0,5% sul 2018). Nello specifico, le contrazioni registrate per Sicilia (quasi 5.000 ettari in meno) e Piemonte (-1.000 ettari) sono state ampiamente compensate dalle maggiori superfici investite a uva da vino in Puglia (+1.500 ettari), Veneto (+5.000 ettari in più) e Toscana (+1.500 ettari). Nonostante la riduzione, la Sicilia si conferma la prima regione italiana per superfici vitate, con una quota pari al 16% del totale. Sul versante della produzione, Veneto (-21,6% pari a quasi 4 milioni di quintali) e Emilia Romagna (-13,1%, pari ad oltre 1 milione di quintali) sono state le due regioni che hanno subito nel 2019 la contrazione maggiore rispetto al 2018 delle quantità raccolte di uve da vino. La Puglia, con 14,4 milioni di quintali (+1,6%), si conferma la prima regione produttrice.

Fonte: Winenews.it

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